Off Camera Flash (OCF)

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Lavorando con i flash “off-camera”, quindi staccati dalla macchina fotografica, possiamo amplificare le possibilità creative della luce flash e migliorare notevolmente la qualità della luce.

Il flash on-camera ha dei grossi limiti, primo fra tutti quello di essere frontale al nostro soggetto. Certo, possiamo orientare la testa del nostro “cobra” verso l’alto, magari per fargli colpire un soffitto bianco e lavorare con una luce di rimbalzo o sistemi simili… ma rimane cmq un sistema molto limitato.

In un sistema OCF, invece, le possibilità creative diventano pressoché infinite, il solo limite diventa la nostra creatività (e il nostro budget). 

Generalmente, un sistema OCF è composto da:

  • Un trigger trasmettitore (controller) o uno speedlight master che controlla gli altri flash presenti nel set;
  • Uno o più flash, messi su supporti o appoggiati da qualche parte, messi in modalità slave, dotati a loro volta di trigger integrati/servocellula o collegati a loro volta a un trigger compatibile con quello montato sulla propria macchina fotografica;

Nell’acquistare un flash è importante valutare se questo dispone di un trigger integrato o se è compatibile con sistemi proprietari come il CLS (Creative Light System) di Nikon (e rispettivi Canon…);

I trigger

Esistono un gran numero  di trigger presenti sul mercato, più o meno economici, che permettono di creare dei sistemi OCF anche utilizzando flash senza questa possibilità integrata: avremmo quindi bisogno di un trigger che fa da controller e di ulteriori trigger ricevitori, compatibili con il master, associati ad ogni flash presente nella scena.

Dal controller sarà possibile creare dei gruppi (A, B, C, D..) e associare ad ogni gruppo uno o più flash, accomunati dalla stessa potenza. 

Ad esempio è possibile settare tutti i flash del gruppo A a piena potenza, mentre quelli del gruppo B a 1/2 della potenza…. e così via! La comodità è che, dopo aver posizionato i vari flash, controlleremo la loro potenza da remoto, senza spostarsi dalla macchina.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”8342″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_column_text]Trigger TTL[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”8345″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_column_text]Trasmettitore della Godox[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”8346″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_column_text]Degli economici trigger senza funzionalità TTL[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Nella scelta dei trigger è importante valutare:

  • Compatibilità con la propria macchina fotografica (Nikon, Canon, Sony..);
  • Compatibilità TTL;
  • Range di azione dei trigger;

I trigger esterni hanno bisogno di batterie (di solito due stilo): in un sistema con tre trigger abbiamo quindi bisogno di 6 batterie, più le batterie dei flash… meglio utilizzare flash con trigger integrato e batterie al litio.

Io personalmente ho optato per un sistema realizzato esclusivamente con flash della Godox, sia speedlight (Godox V860), che da studio (serie SK con trigger integrato) e un fantastico AD200: con un unico trigger, volendo, posso controllare tutti i flash insieme. Una gran comodità!

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